Nel corso del IV e V secolo d. C. l'impero romano fu investito dal Reno al Danubio dai popoli barbari germanici. Dopo averli sconfitti a lungo, Roma dovette accettarne la coesistenza, utilizzandoli per l'esercito e l'agricoltura e permettendone l'inserimento nelle strutture dello stato. Tra i loro capi emerse il giovane visigoto Alarico, che aspirava ad essere riconosciuto nelle più alte istituzioni imperiali. Il libro narra la storia di un barbaro al quale la Roma dei Cesari balenò come un mito tanto da condizionarne la vita e le azioni. Quello di Alarico per Roma fu una sorta di amore non corrisposto, un bellissimo sogno che, alla fine, lo spinse a fare quello che spesso fanno gli innamorati delusi, cioè una rappresaglia violenta – il sacco, appunto – ma al tempo stesso sofferta e dolorosa.
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